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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 17/07/2010 - «Dopo le inchieste sui fanghi gli amministratori sono tranquilli?»
 

Lunghi: «Dopo le inchieste sui fanghi gli amministratori sono tranquilli?»

Maccastorna I sigilli della procura di Lodi sull’impianto di Maccastorna, la rivolta dei comuni di Lomello e Galliavola contro l’ipotesi di una struttura analoga nei loro territori: dal Lodigiano al Pavese, la guerra contro l’uso dei fanghi in agricoltura non è mai stata così di moda. E mentre la Cre, presente in entrambi i territori, i loro clienti e il loro contestato “business” sono finiti nel mirino delle forze dell’ordine, delle amministrazioni e dell’opinione, dal suo eremo di S. Maria di Bobbio, Antonio Lunghi si gode la sua “vendetta”. Lui che, in tempi non sospetti, da pavese confinante con il Lodigiano ha vestito per anni i panni del “profeta” e dell’acerrimo nemico dei fanghi, denunciandone la pericolosità, mobilitando Arpa ed enti comunali fino a giungere all’estremo gesto di abbandonare il suo posto di lavoro, nella zona di Gerenzago, per fuggire ai miasmi di un vicino centro di smaltimento di rifiuti speciali in agricoltura. E che oggi, alla luce delle ultime vicende, ha visto finalmente prendere sul serio le sue ripetute denunce. Signor Lunghi, come commenta l’inchiesta di Maccastorna e la “rivolta” di Lomello?«Quanto accertato dall’indagine sull’impianto di Maccastorna mi offre la magra consolazione di poter chiedere ai vari assessori e tecnici della province di Pavia e Lodi, ai quali da diversi anni ho rotto le scatole, se si sentono ancora tranquilli del loro modo di gestire queste attività. In più, vorrei fare un appunto alll’amministratore unico della Cre, Rodolfo Verpelli, sulle sue scarse capacità olfattive. La vicenda di Lomello è invece purtroppo esemplare di come un comune sia costretto a subire: basta che proprietari compiacenti mettano a dispsozione i loro terreni e un’amministrazione non ha più modo di intervenire. Lo stesso caso è avvenuto a Graffignana, dove terreni ubicati nel costituendo parco collinare sono stati adibiti a pratiche di smaltimento. La rivolta di Lomello è giustificata: dovrebbe essere il “popolo sovrano” a decidere se è lecito o meno imporre operazioni che possono mettere a rischio la salute dei cittadini». Lei ha più volte sollecitato gli amministratori, dalla provincia di Pavia a quella di Lodi, passando per comuni vicini al Pavese quali Sant’Angelo e Miradolo: è soddisfatto delle recenti prese di posizione sull’uso dei fanghi?«Per essere soddisfatto, le associazioni agricole dovrebbero togliere la “patente” a qualche agricoltore».Ma il problema fanghi-agricoltura, con la sua complicata normativa, oggi a che stato è? «Dal 2001 penso che la situazione non sia troppo cambiata, nonostante siano state predisposte nuove linee guida per disciplinare le attività di smaltimento. La “spada di Damocle” sulla salute dei cittadini è rappresentata dagli spropositati quantitativi che provengono da ogni parte d’Italia visto che dal 2001 al 2008 nel solo Pavese sono state smaltite 2.273.925 tonnellate di fanghi. In più c’è il proliferare di impianti, che spuntano come funghi, di agricoltori con contratti smaltimento da 120 giorni lavorativi e, sopratutto, dei “benefattori che lavorano per l’ambiente”, ma che con soldi, potere e arroganza calpestano ogni diritto. Per migliorare, non serve cambiare la costituzione: basterebbero leggi ad hoc».É vero che intende chiedere il danno biologico-esistenziale al settore ambiente della provincia di Pavia? Perché?«Perché ritengo che la gestione dei fanghi in agricoltura da parte del settore suolo e rifiuti dell’assessorato all’ambiente della provincia di Pavia, cui dal 2004 al 2008 ho inviato svariate lettere di protesta, si basa su superficialità, scaricabarile e negligenza: basti pensare allo smarrimento delle sanzioni inerenti ai reati ambientali. A tutto ciò si aggiunge la marcata filosofia pro-fanghi e al poco trasparente servizio offerto al sottoscritto come cittadino, mi ha portato a rassegnare le dimissioni dal mio posto di lavoro a Villanterio, dove ad altre sei ditte lavora appunto la Cre, e a rifugiarmi nel Piacentino».È ancora impegnato nella battaglia contro i fanghi? Se sì, come? «Svolgendo un lavoro di consegna su tutti i comuni del Lodigiano, sì. Spero di contattare amministratori che stiano dalla parte dei cittadini ed enti come l’Arpa che siano efficienti. Infine, un appello alle associazioni ambientaliste, la sezione Legambiente di Pavia l’ho contattata invano e il Wwf pare abbia a cuore solo le oasi: ma i loro rappresentanti sul territorio, dove cavolo vivono?».Alberto Belloni